Rilocalizzazione delle produzioni dalla Cina all’Italia

Un argomento di grande attualità, in questo periodo di post-pandemia, è la rilocalizzazione delle produzioni nel Paese d’origine, anche conosciuto come fenomeno del back-shoring.

Nei prossimi paragrafi forniremo alcune informazioni utili per le aziende che stanno affrontando, o che hanno intenzione di affrontare una ricollocazione della produzione aziendale nel territorio d’origine.

Aretè, infatti, oltre ad avere una filiale in Cina e una profonda conoscenza del tessuto industriale cinese, ha anche un forte radicamento in Italia.

Perché le aziende puntano alla rilocalizzazione

In questo momento, i fornitori cinesi hanno un portafoglio ordini che saturerà la loro capacità produttiva per molti mesi.

Questa criticità, unitamente alle difficoltà logistiche e ai costi di produzione crescenti, sta rendendo gli approvvigionamenti dalla Cina sempre più problematici.

Pertanto, molte aziende stanno valutando la rilocalizzazione, con l’obiettivo di far tornare in Italia alcune delle produzioni che, in passato, avevano delocalizzato in altri paesi.

Delocalizzazione delle produzioni o rilocalizzazione: aspetti da evitare

Le situazioni e il mercato mutano continuamente e quello che era conveniente ieri potrebbe non esserlo più oggi, per cui, a prescindere dalla Pandemia, si potrebbe comunque rendere necessario riportare delle produzioni da Oriente verso l’Italia.

Nella scelta di una delocalizzazione delle produzioni o di una rilocalizzazione, è importante tener conto di alcuni aspetti che, solo un Partner di grande esperienza può offrire:

Conoscere il mercato: in una situazione di incertezza sulla convenienza della produzione in Cina, la conoscenza che noi di Aretè abbiamo, del tessuto industriale sia cinese che italiano, ci dà la possibilità di guidare il nostro cliente verso la scelta più conveniente ed efficiente.

Presenza in Cina: avere una presenza in Cina ci consente di gestire il sourcing minimizzando i rischi sia di un ritardo nelle consegne, che dei problemi legati alla gestione delle spedizioni.

Spostamento degli stampi: un esempio di rilocalizzazione

Per la rilocalizzazione di uno stampo da un produttore cinese all’Italia, occorre per prima cosa verificare attentamente la condizione in cui esso si trova e la sua efficienza produttiva.

Qualora lo stampo sia in condizioni adeguate, e si decida di procedere con la spedizione, si devono preventivamente fare alcune valutazioni:

1) Una volta arrivato in Italia lo stampo dovrà sicuramente subire delle modifiche per essere adattato alle macchine del fornitore italiano. Un’ampia documentazione fotografica dello stampo può consentire di prepararsi e di abbreviare i tempi, ma non di eliminarli.

2) È necessario pianificare una scorta di sicurezza che consenta di coprire il tempo necessario al trasporto dello stampo e alla sua modifica, senza che la produzione abbia a soffrire di mancanze.

3) Al momento della spedizione è necessario verificare che tutto, e in particolare il confezionamento, venga fatto a regola d’arte per evitare danneggiamenti durante il trasporto.

L’Aretè è in grado di supportare i propri clienti in tutte queste fasi, estremamente critiche, in qualunque progetto di spostamento della produzione.

Scelta del fornitore italiano

Un’ulteriore valutazione da fare, quando si effettua la rilocalizzazione nel proprio paese d’origine, è la scelta del fornitore italiano.

In questa fase, così delicata, è ancor più importante affidarsi ad un fornitore con esperienza, ben radicato nel territorio.

L’Aretè è una società italiana e i suoi partner sono tutti di estrazione tecnica e produttiva e questo, insieme ad una buona conoscenza di molti terzisti, ci dà la possibilità di concorrere anche come fornitori, una volta che l’attrezzatura sia stata spostata in Italia.

Aretè, infatti, si pone nei confronti dei propri clienti come un partner in grado di supportate i nostri clienti a 360° e di fornire la soluzione migliore, sia nel mercato cinese che in quello italiano.

Con un unico interlocutore i nostri clienti hanno, quindi, la possibilità di spaziare sia in Cina che in Italia, ottenendo la quotazione migliore, senza oneri e senza doversi caricare delle strutture necessarie a gestire gli eventuali fornitori cinesi.